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senilita'

Saper invecchiare è il capolavoro della sapienza e uno dei più difficili capitoli della grande arte di vivere
(Grigore Vieru)

IL DISAGIO IN ETA' SENILE

In un'ottica generale, l'età senile si caratterizza per la diminuzione della forza fisica e dell'efficienza cognitiva, con conseguenze anche sul piano psicologico rendendo l'anziano meno sicuro di sè e più consapevole di uno stato di precarietà e inadeguatezza.
Molti  studi concordano nel ridimensionare lo stereotipo dell'anziano come "meno capace" dal punto di vista intellettivo, avvalorando l'ipotesi di una diminuizione di rapidità di abilità specifiche (la memoria a breve termine, l'attenzione percettiva, la flessibilità mentale) e non di un declino delle capacità intellettuali nel complesso. L'anziano ha infatti accumulato un repertorio di conoscenze, strategie, esperienze, che da questo punto di vista lo mettono in condizioni di vantaggio rispetto ad una persona più giovane.
La clinica dell'anziano mette in evidenza che i reali fattori di crisi che contribuiscono ad alimentare il senso di solitudine e di isolamento sono di natura emotiva: la diminuzione del ruolo sociale legata alla cessazione delle attività lavorative, l'esclusione da un ruolo predominante nella vita familiare, la perdita di persone care, la disgregazione dell'unità familiare, le difficoltà di riconoscersi nei costumi e nelle espressioni delle generazioni più giovani.


INTERVENTI PSICOLOGICI IN ETA' SENILE


Il cambiamento legato al naturale processo di crescita o invecchiamento o derivante da eventi (matrimoni, nascite, nuove configurazioni abitative, lutti, ecc.) che hanno modificato la propria posizione simbolica nei confronti degli altri può comportare il bisogno di un supporto esterno.
Una prima valutazione può mettere in luce la tipologia dintervento più opportuna.
In alcuni casi, una tranche di colloqui di sostegno può essere utile per evitare la chiusura sociale e contrastare il senso di fragilità e smarrimento, legati anche alle caratteristiche di un’epoca in cui si promuovono ideali di eterna giovinezza, forza, benessere e prestazione. In un mondo che tenta così di rimuovere l’inaggirabile fragilità umana, quale posto attribuire alla nostra esperienza passata, alla nostra saggezza? L’intervento psicologico può mettere in luce come le trasformazioni legate a questa fase della vita non debbano essere necessariamente considerate in negativo. La senilità riguarda un mutamento che comporta anche ricchezze e acquisizioni importanti, come un aumento del bisogno di comunicazione, di tenerezza e di presenza fisica delle persone care.
In altri casi è più indicata una psicoterapia. Quando compare la malattia o si sperimenta la morte del coniuge, la persona anziana può andare incontro a solitudine e depressione. L’intervento di un professionista esterno al proprio ambiente famigliare, che non pretende niente e non giudica, può donare una differente visione delle cose ed un’accoglienza del dolore. La presenza e l’ascolto competente dello psicoterapeuta dona una collocazione persino alla fragilità, alla lentezza del corpo e del pensiero, alla dimensione introspettiva e meditativa, affnchè sfuggano,  almeno in parte, all’insensatezza della fine.

GLI ANZIANI DELLA CONTEMPORANEITA'

Il ruolo e l'importanza dell'anziano nella società sono cambiati e sono in continuo cambiamento con il modificarsi delle societa' stesse.
Nella società preindustriale, invecchiare significava acquisire uno status sociale più elevato e di prestigio, divenire la guida della famiglia e della comunità.
L'anziano, capo indiscusso di un modello di famiglia patriarcale, era colui che aveva accumulato saperi ed esperienze di vita e di lavoro, era il depositario della saggezza e a lui si ricorreva per ascoltarne i preziosi consigli, senza osare ribellarsi alla sua autorità.
Nella società industriale, nuove leggi hanno ridimensionato il ruolo dell’uomo, decretando la parità di diritti e doveri fra i coniugi. Il vecchio modello di famiglia "estesa" viene sostituito dalla famiglia "nucleare", composta dai genitori con i figli piccoli. Le donne si affacciano finalmente sul mercato del lavoro e rivendicano libertà e autonomia. L' anziano perde il suo status di guida della famiglia e della comunità.
In questo panorama, caratterizzato da continue modificazioni dei saperi (vedi per esempio i rapidissimi mutamenti della tecnologia), dove c’è bisogno di un percorso di "formazione permanente" –un processo di acculturazione che deve durare per tutto l'arco dell'esistenza –, è facile immaginare che l'anziano non è più il depositario di saggezza, ma il portatore di un sapere inutile e obsoleto.
Inoltre, la società industriale è caratterizzata fino all'estremo dal mito della produttività: l'uomo non ha un valore intrinseco, ma in quanto produttore di merci e accumulatore di ricchezze. L'anziano, non essendo più produttivo, perde valore e a nessuno interessa il patrimonio di esperienze di vita da lui accumulate negli anni.

NUOVI MODELLI DI CRESCERE
Nella società post-industriale, accanto ad un'invecchiamento della popolazione dovuto sia all'aumento della vita media, sia al calo demografico, il ruolo dell'anziano è stato rivisto e rivalutato. Accanto a realtà di effettiva solitudine ed emarginazione sociale, cominciano ad emergere anche nuovi modi di vivere la terza età.
La psicologia ha messo in luce un nuovo modello di adulto con caratteristiche particolari, comportamenti diversi e dinamiche affettive uniche.
Gli anziani hanno una vita sociale molto ricca, anche dal punto di vista affettivo e sessuale, e voglia di vivere esperienze di vita piene. Stanno in definitiva nascendo nuovi modi di affrontare la vita, nuovi modelli di invecchiare e di evolvere.

ESSERE NONNI

Nella famiglia, nonni e nipoti hanno alcune caratteristiche che li accomunano e che possono essere alla base della loro intesa; per es. la mancanza di una funzione produttiva e lo scarso potere nelle decisioni familiari, ruoli svolti entrambi dalla coppia dei genitori. Il nonno è quindi una figura di adulto, alternativa ai genitori, con cui è possibile avere un legame di affetto, ma senza quella rete di limitazioni e proibizioni che viene imposta dai genitori che hanno un ruolo di primi educatori.
La positività della presenza del nonno consiste nell'essere una figura adulta affettuosa, protettiva, depositario della saggezza familiare. La narrazione di  racconti sul passato della famiglia, danno al bambino il senso della continuità della sua storia)
 
 








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