Si dice che i genitori rimangano giovani nei figli,
ed è questo uno dei più preziosi vantaggi psicologici che essi ricavano da loro.
Sigmund Freud
ed è questo uno dei più preziosi vantaggi psicologici che essi ricavano da loro.
Sigmund Freud
GENITORI OGGI
IL TEMPO DELL'ATTESA
AFFRONTARE LA SEPARAZIONE
IL TEMPO DELL'ATTESA
AFFRONTARE LA SEPARAZIONE
E’ proprio nella famiglia, come prima istituzione che si incontra nascendo, che la vita si umanizza e ogni individuo si costituisce come soggetto in un annodamento che riguarda il corpo, la parola e la pulsione.
Come effetto di questo annodamento ciascun soggetto conosce un destino singolare che non rassomiglia a nessun altro. La psicoanalisi e Lacan ci insegnano che, se qualcosa non va per un soggetto, non è a causa della famiglia. E’ vero però che nella famiglia, per ognuno dei suoi componenti il sintomo, come effetto di quel legame, si mette in forma.
Come effetto di questo annodamento ciascun soggetto conosce un destino singolare che non rassomiglia a nessun altro. La psicoanalisi e Lacan ci insegnano che, se qualcosa non va per un soggetto, non è a causa della famiglia. E’ vero però che nella famiglia, per ognuno dei suoi componenti il sintomo, come effetto di quel legame, si mette in forma.
QUALI FAMIGLIE OGGI?
La ricerca scientifica nel campo della categorizzazione delle famiglie attuali mette in luce come non esiste un'unica tipologia di famiglia.
La nozione di famiglia non può essere ricondotta unicamente ai suoi membri biologici (padre, madre, figli), ma è necessario coglierne la struttura e le modalità di funzionamento insito nei legami tra i componenti. Erroneamente da quanto il senso comune crede, non esiste un modo 'naturale', biologicamente dato di famiglia, ma essa è un fenomeno culturale, una istituzione che si modifica con il mutare delle condizioni sociali in cui si costituisce.
Essendo un prodotto della cultura in cui viviamo, non è corretto parlare di una dissoluzione della famiglia, quanto di una sua continua evoluzione.
Le trasformazioni del modo di fare famiglia derivano dal fatto che si sono modificati i ruoli delle persone che si legano tra loro. Le famiglie di oggi sono più complesse, rispetto al passato dove erano fondate su un nucleo solido, una famiglia eterosessuale, con dei figli. L'unione di coppia e il dissolvimento della stessa sono sempre più a carico di scelte individuali.
La famiglia così si riconfigura nella sua struttura, perde l’asse centrale che la sosteneva quando la distribuzione tra posizione forte (maschile) e posizioni deboli (donne e figli) era nettamente più sbilanciata. Nell'epoca in cui viviamo le donne hanno una presenza sociale decisamente più importante, esiste una dichiarazione dei diritti dei bambini, in cui c’è un’attenzione molto maggiore alla tutela dei minori (non sufficiente si potrà dire, ma senz’altro superiore che nell’Ottocento), un giudice tutelare può sostituirsi alle decisioni di un padre, e, in caso di divorzio, è necessario valutare quale sia effettivamente la parte debole per l’assegnazione degli alimenti.
Il matrimonio è diventato un legame sempre più fragile, aumentano le famiglie 'allargate' e 'ricomposte', quelle monogenitoriali, quelle, dove la legislazione lo consente, formate da persone dello stesso sesso.
Questa moltiplicazione di tipologie viene avvertito come perdita, rispetto ai valori tradizionali. Tuttavia è possibile coglierlo come un arricchimento rispetto alle possibilità di vita emergenti.
L'impegno delle famiglie attuali è quello di creare un nuovo equilibrio.
Da parte del terapeuta, le nuove famiglie pongono problemi clinici differenziati nel trattamento, che va ideato sulla base dei bisogni affettivi e concreti dei membri appartenenti ad un particolare e specifico nucleo familiare.
In questa trasformazione sociologica della famiglia, ciò che conta è che venga preservato il compito fondamentale della famiglia, che è quello di educare alla vita, di accompagnare i figli nella crescita e di diventare adulti.
La nozione di famiglia non può essere ricondotta unicamente ai suoi membri biologici (padre, madre, figli), ma è necessario coglierne la struttura e le modalità di funzionamento insito nei legami tra i componenti. Erroneamente da quanto il senso comune crede, non esiste un modo 'naturale', biologicamente dato di famiglia, ma essa è un fenomeno culturale, una istituzione che si modifica con il mutare delle condizioni sociali in cui si costituisce.
Essendo un prodotto della cultura in cui viviamo, non è corretto parlare di una dissoluzione della famiglia, quanto di una sua continua evoluzione.
Le trasformazioni del modo di fare famiglia derivano dal fatto che si sono modificati i ruoli delle persone che si legano tra loro. Le famiglie di oggi sono più complesse, rispetto al passato dove erano fondate su un nucleo solido, una famiglia eterosessuale, con dei figli. L'unione di coppia e il dissolvimento della stessa sono sempre più a carico di scelte individuali.
La famiglia così si riconfigura nella sua struttura, perde l’asse centrale che la sosteneva quando la distribuzione tra posizione forte (maschile) e posizioni deboli (donne e figli) era nettamente più sbilanciata. Nell'epoca in cui viviamo le donne hanno una presenza sociale decisamente più importante, esiste una dichiarazione dei diritti dei bambini, in cui c’è un’attenzione molto maggiore alla tutela dei minori (non sufficiente si potrà dire, ma senz’altro superiore che nell’Ottocento), un giudice tutelare può sostituirsi alle decisioni di un padre, e, in caso di divorzio, è necessario valutare quale sia effettivamente la parte debole per l’assegnazione degli alimenti.
Il matrimonio è diventato un legame sempre più fragile, aumentano le famiglie 'allargate' e 'ricomposte', quelle monogenitoriali, quelle, dove la legislazione lo consente, formate da persone dello stesso sesso.
Questa moltiplicazione di tipologie viene avvertito come perdita, rispetto ai valori tradizionali. Tuttavia è possibile coglierlo come un arricchimento rispetto alle possibilità di vita emergenti.
L'impegno delle famiglie attuali è quello di creare un nuovo equilibrio.
Da parte del terapeuta, le nuove famiglie pongono problemi clinici differenziati nel trattamento, che va ideato sulla base dei bisogni affettivi e concreti dei membri appartenenti ad un particolare e specifico nucleo familiare.
In questa trasformazione sociologica della famiglia, ciò che conta è che venga preservato il compito fondamentale della famiglia, che è quello di educare alla vita, di accompagnare i figli nella crescita e di diventare adulti.
GENITORI OGGI
Essere genitori è una tra le esperienze più emozionanti, oltre che tra le più complesse.
L'esperienza clinica fa emergere con forza la crisi delle relazioni che coinvolge le nuove famiglie.
Far parte di un mondo che cambia rapidamente è sempre più impegnativo e faticoso. Le paure ed i disagi di cui le persono soffrono al giorno d'oggi provengono da vari fattori: incertezza verso il futuro, costante impoverimento delle relazioni, instabilità e trasformazione dei legami familiari, mancanza di una rete parentale e amicale su cui appoggiarsi.
Sempre più frequentemente i genitori vivono con apprensione l'esercizio delle proprie funzioni genitoriali, in quanto i bambini pongono quotidianamente interrogativi ai quali è impegantivo fornire risposte appropriate e, quindi, costruttive.
Talvolta emerge il bisogno di un intervento professionale per favorire la riflessione intorno ai percorsi (impegnativi e spesso dolorosi) della crescita dei figli o del legame familiare, per sostenere (o suscitare) il piacere di interrogarsi sulla particolarità del proprio modo particolare di essere famiglia.
IL TEMPO DELL'ATTESA
Ogni coppia, quando si apre all'esperienza della generazione e della trasmissione, si trasforma nel creare un posto per un figlio che, anche se solo immaginato, è già presente nel cuore e nei pensieri dei futuri genitori.
Talvolta la coppia non si muove, in questo periodo complesso, con lo stesso passo e può succedere di inciampare.
Usufruire di uno spazio di ascolto e di parola consente ai futuri genitori di essere accompagnati nell'eleborazione di un'attesa pienamente sentita, che pone le fondamenta per la costruzione della propria e singolare famiglia.
AFFRONTARE LA SEPARAZIONE
La separazione coniugale è un evento in crescente aumento. Lo dimostrano anche i dati Istat, i quali rilevano un incremento del numero delle separazioni in tutta la nostra penisola. Sebbene l’evento separazione riguardi principalmente mamma e papà, esso ha ripercussioni su tutto il sistema familiare, in particolar modo i bambini.
Quando le separazioni riguardano famiglie con almeno un minore, infatti, la situazione, già di per sé difficile, aumenta di complessità. Le emozioni e i sentimenti in gioco, infatti, coinvolgono anche i bambini e, dunque, è molto importante muoversi per preservare il loro benessere e la serenità.
Il primo grande scoglio in cui si trovano i genitori che stanno per separarsi è quello di comunicare la decisione presa ai figli. Questo momento cruciale, infatti, suscita naturalmente molta ansia e preoccupazione, anche perché simbolicamente significa esplicitare concretamente la scelta intrapresa.
Quando comunicarlo?
Molti genitori si pongono la domanda di qual è il momento migliore per comunicare la decisione ai figli, e tendono a procrastinare la scelta in vista delle condizioni adatte per affrontare un argomento tanto difficile. Sebbene la situazione migliore è aspettare di parlare con i propri figli nel momento in cui la scelta è definita, è importante ricordare che i bambini vivono la quotidianità familiare e, dunque, si rendono conto se qualcosa sta cambiando. I piccoli, infatti, sono abili osservatori della realtà e percepiscono i cambiamenti che avvengono all'interno della propria famiglia.
Quando le separazioni riguardano famiglie con almeno un minore, infatti, la situazione, già di per sé difficile, aumenta di complessità. Le emozioni e i sentimenti in gioco, infatti, coinvolgono anche i bambini e, dunque, è molto importante muoversi per preservare il loro benessere e la serenità.
Il primo grande scoglio in cui si trovano i genitori che stanno per separarsi è quello di comunicare la decisione presa ai figli. Questo momento cruciale, infatti, suscita naturalmente molta ansia e preoccupazione, anche perché simbolicamente significa esplicitare concretamente la scelta intrapresa.
Quando comunicarlo?
Molti genitori si pongono la domanda di qual è il momento migliore per comunicare la decisione ai figli, e tendono a procrastinare la scelta in vista delle condizioni adatte per affrontare un argomento tanto difficile. Sebbene la situazione migliore è aspettare di parlare con i propri figli nel momento in cui la scelta è definita, è importante ricordare che i bambini vivono la quotidianità familiare e, dunque, si rendono conto se qualcosa sta cambiando. I piccoli, infatti, sono abili osservatori della realtà e percepiscono i cambiamenti che avvengono all'interno della propria famiglia.