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PSICOLOGIA GIURIDICa

"Se nella corsa alla verità si è soli, se ad accostare il vero non si è tutti,
nessuno in ogni caso lo attinge se non attraverso gli altri".

J.Lacan Il tempo logico e l'asserzione di certezza anticipata. Un nuovo sofisma, 1945



MEDIAZIONE FAMILIARE

La Mediazione Familiare nasce e si sviluppa in un contesto storico-sociale nel quale le separazioni  e l’affidamento condiviso sono all’ordine del giorno e quindi diviene fondamentale trovare nuovi accordi nell’essere buoni genitori anche se non si è più una coppia effettiva. Questo percorso si presenta come una nuova risorsa a sostegno dei genitori grazie alla quale la coppia genitoriale è sostenuta ed accompagnata durante la difficile transizione alla separazione. 

QUANDO RICHIEDERE UNA MEDIAZIONE?

La mediazione familiare si rivolge principalmente a coppie con figli, in quanto uno dei suoi obiettivi principali è costituito dalla riorganizzazione delle relazioni familiari in un’ottica di continuità genitoriale con particolare riguardo all’interesse dei figli.
Si può iniziare in diversi momenti della separazione e del divorzio poiché si adatta alle differenti esigenze espresse dalle diverse tipologie di coppie.

Possono farne richiesta:
- coppie in crisi
, quando uno dei due partner è deciso per la separazione e l’altro non l’accetta o laddove la decisione di separarsi è chiara per entrambi;
- coppie separate di fatto con una conflittualità aperta sui termini di affidamento dei figli e/o sulla questione economica; 
- coppie separate legalmente le cui condizioni di separazione risultano di difficile attuazione o non vengono rispettate o nel caso in cui gli accordi presi in Tribunale devono essere aggiornati o modificati.
In mediazione i minori spesso non sono coinvolti attivamente, per proteggerli dalla conflittualità dei genitori e per alleggerirli dalle responsabilità che competono agli adulti.

COME SI SVOLGE IL PROCESSO DI MEDIAZIONE?
E' un percorso in cui un terzo imparziale interviene per aiutare i genitori a gestire le difficoltà emotive ed organizzative dovute alla frattura del legame coniugale. Esso si dipana in uno spazio di incontro (fisico e psicologico) in un ambiente neutrale, nel quale la coppia ha la possibilità di negoziare le tutte le questioni relative alla propria separazione. Il mediatore ha il ruolo di promuovere nei genitori l'elaborazione in prima persona degli accordi che meglio rispondano ai bisogni di tutti i membri della famiglia, con particolare riguardo all’interesse dei figli.

Possono essere attuati interventi mirati a trattare temi quali:
  • elaborazione del lutto della separazione e la possibilità di esprimere i sentimenti connessi a questo aspetto;
  • ridefinizione della propria identità personale; analisi delle conseguenze personali derivanti dalla separazione;
  • miglioramento delle capacità comunicative al di là del conflitto;
  • riconoscimento dei bisogni di genitori e figli;
  • continuità genitoriale e responsabilizzazione del reciproco ruolo genitoriale;
  • accordi più equi, più condivisi e quindi più rispettati nel tempo;
  • riduzione dei tempi e dei costi rispetto alle controversie giudiziarie.

OBIETTIVI E TEMI DELLA MEDIAZIONE
La mediazione familiare si pone l'obiettivo di rendere la coppia protagonista e responsabile nella gestione del conflitto, accompagnandola nella ricerca di soluzioni reciprocamente soddisfacenti per sé e per i figli. Questo traguardo si ottiene soprattutto attraverso la ricerca di una comunicazione più funzionale che permetterà di rispettare gli accordi e di essere capaci di trovarne altri in base all’evoluzione dei cambiamenti e dei bisogni di tutti i componenti della famiglia.
In una prima fase, vengono analizzati i bisogni di genitori e figli.
Successivamente, si lavora sull'organizzazione
della separazione e sulla strutturazione dell’affidamento dei figli, nell'ottica di preservare la continuità genitoriale (ad esempio la stesura del calendario delle visite del genitore non prevalente e la gestione delle vacanze; la regolazione dei tempi e dei modi di frequentazione tra i figli e i componenti delle famiglie d’origine; le scelte educative).
Non vanno dimenticate le questioni economiche, che spesso vengono investite da sentimenti aggressivi e di recriminazione e che, quindi, occorre negoziare (
l’assunzione degli impegni economici per i figli; la determinazione dell’assegno di mantenimento a favore del partner; l’assegnazione della casa coniugale; la divisione dei beni comuni).
Il filo conduttore che promuove, facilita e sostiene il processo mediativo è il potenziamento delle competenze comunicative tra gli interessati. Esso va attivato fin da subito e ha come obiettivi specifici l'ascolto partecipe e la messa in parola delle scansioni dell'evento separativo (ad esempio, come comunicare ai figli la decisione di separazione e l'esistenza di una
relazione con eventuali nuovi compagni dei genitori) e la gestione di problematiche legate alla famiglia ricostituita.
In me
diazione può accadere che solo alcuni dei temi vengono affrontati nell’ambito di una separazione, avendo per altri già elaborato in autonomia delle soluzioni soddisfacenti.

CONSULENZA TECNICA DI PARTE (CTP)

IN COSA CONSISTE LA CTP?
La consulenza tecnica di parte può essere richiesta da una parte in causa per
 affiancare il consulente tecnico d'ufficio (CTU), nominato dal Giudice nell’esecuzione del suo incarico, e svolgere le proprie osservazioni a supporto o critica del risultato al quale il perito del giudice sarà giunto.
Nello specifico, la consulenza tecnica di parte consiste nella stesura di perizie psicologiche che si basano su un'indagine conoscitiva che ha lo scopo di fornire assistenza alle parti durante lo svolgimento dell'indagine d'ufficio disposta dal giudice.


QUANDO RICHIEDERE UNA CTP?
Può essere richiesta una consulenza tecnica di parte nei casi di:
  • Affidamento dei minori di genitori separati o divorziati valutazione dell'idoneità genitoriale;
  • Ipotesi di abuso e maltrattamento sui minori per la valutazione del contesto;
  • Mobbing e molestie sul lavoro per la valutazione del danno psichico ed esistenziale;
  • Stalking per la valutazione del danno psichico ed esistenziale;
  • Incapacità naturale;
  • Infortunistica per la valutazione del danno psichico ed esistenziale;
  • Interdizione e inabilitazione per la valutazione dello stato psichico della persona al fine di accertare la capacità a fare testamento.


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