COSA SONO GLI ATTACCHI DI PANICO?
Per Attacco di panico s’intende un episodio di angoscia acuta in assenza di un pericolo reale, apparentemente senza nessuna ragione particolare, come un fulmine a ciel sereno.
Nel giro di pochi minuti alcuni fenomeni vegetativi assalgono il soggetto, raggiungendo un picco insostenibile: palpitazioni, sudorazione, tremori, vertigini, senso di soffocamento. Un'invasione di inquietudine incontrollabile invade la persona che teme di perdere il controllo, di impazzire o di morire, fino al vissuto d’irrealtà e distacco da sé.
Una volta verificatosi, un Attacco di panico lascia il timore di una successiva insorgenza inprovvisa e immotivata: di qui la messa in atto di azioni di evitamento con cui il soggetto cerca di mettersi al riparo dalle condizioni che possano permetterne il ripresentarsi. in questo modo chi ne soffre si isola, si sottrae da attività prima usuali come il lavoro e lo studio e anche da occasioni piacevoli e di svago, come l'uscita con gli amici o una vacanza. In questo modo si alimenta ancora di più la paura che l'episodio possa verificarsi e ciò blocca la persona anche nel chiedere e ricercare un aiuto professionale.
Una complicazione riguarda proprio l'angoscia: si vive costantemente nella paura di un possibile ripresentarsi della crisi.
L'ANGOSCIA
L’angoscia che caratterizza l’episodio di panico è un fenomeno che non permette di per sé di fare diagnosi, in quanto è un affetto slegato da un contenuto particolare, a differenza della paura, che è sempre paura di qualcosa o di qualcuno.
Tuttavia Lacan precisava che: “L’angoscia non è senza oggetto”, cioè incarna un punto di verità personale di di cui il soggetto è all’oscuro e che gli risulta inafferrabile, sebbene estremamente intimo.
IL TRATTAMENTO
Il trattamento dell’attacco di panico si muove su più fronti.
Chi soffre di panico di solito, in prima battuta, attribuisce la causa del suo disturbo ad un malfunzionamento organico. Di conseguenza si reca dal medico di base o, ancor prima, al reparto di pronto soccorso degli ospedali.
Il ricorso a farmaci specifici può contribuire a tenere sotto controllo gli episodi di panico, ma non è sufficiente e risolutivo per individuare le cause della sofferenza su cui agire.
Il lavoro psicoanalitico, in modo incisivo, aiuta a canalizzare in modo positivo questa energia che, lasciata libera, invade e annienta il soggetto.
Lacan nel suo “Seminario X. L’angoscia”, definirà l’angoscia come “..ciò che non trae in inganno”. Essa si rivela dunque come la via regia di accesso
alla verità intima del soggetto, che, se inascoltata, opera come un fiume sotterraneo pronto ad erompere disordinatamente.
IL PANICO OGGI
Assistiamo oggi ad una massiccia diffusione degli attacchi di panico, mai verificatasi neppure in epoche storiche in cui si viveva oggettivamente nel pericolo per la propria incolumità e per quella dei propri cari.
Proprio tale diffusione epidemica testimonia della radice fenomenologica comune con l'attuale assetto sociale.
I legami sociali sono sempre più labili e viene a mancare il supporto stabile di figure di riferimento a cui appoggiarsi, nella famiglia, nella coppia, ma anche nel lavoro. Un’ingente pressione sociale caratterizzata dalla spinta al godimento solitario dell’oggetto (cibo, alcool, droghe, internet, oggetti di consumo) orienta al disinteresse per gli altri e all’indifferenza verso legami forti, fondati su amore e solidarietà che ci proteggono dal senso di precarietà, dalla solitudine e arginano il panico.